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sabato 19 maggio 2012

LA TERZA RISTAMPA DEL LIBRO DI FERDINANDO TERLIZZI


IN CORTE DI ASSISE IL DELITTO DI UN UOMO NORMALE 
TERZA EDIZIONE - AGGIORNATO A MAGGIO 2012 


Aurelio Tafuri, medico sammaritano, nel 1958, conosce Anna Maria
Novi, 20 anni, bella, ma “piena di passato”. Nanà (come era chiamata
nel giro la Novi), infatti, aveva fatto l’entraîneuse al “Trocadero”. Nel
1959 la ballerina s’innamora di uno studente che faceva l’indossatore
per l’Alta moda, Gianni de Luca. Questi la mette incinta e decide di
sposarla, nonostante l’avversione feroce della famiglia. Tafuri, intanto,
invaghito della Novi, continuava a sborsare fior di milioni, mantenendo
un ibrido “menage a trois” (quando non diventava un “quartetto”, per
l’inserimento del primo amante della Novi, un ingegnere, o addirittura
un “quintetto”, allorquando si inseriva un gay). Nella comitiva non
mancava, infatti, Carlo D’Agostino, un sarto omosessuale che vendeva
costosi abiti alla ballerina (pagati dai suoi amanti occasionali) e
organizzava spogliarelli privati e “poker-strip”, per i più intimi
frequentatori della villa di Castelvolturno, di proprietà del farmacista
Giovanni Tafuri, cugino del dermatologo Casertano. Il 9 Marzo del
1960, Tafuri, stanco ormai delle “vessazioni” a cui il giovane sottopone
la sua “amata”, decide di ucciderlo. Dopo averlo attratto in un tranello,
con la scusa di avergli procurato un posto di lavoro in una clinica, lo
colpisce con una sbarra alla testa. Poi gli conficca un punteruolo nel
cuore, gli lega due mattoni ai piedi e lo getta nelle limacciose acque del
Fiume Volturno, dal Ponte della Scafa di Caiazzo. In carcere scrive il
racconto della sua vita. Tafuri era un erotomane? Lui godeva quando
Anna Maria gli descriveva, nei dettagli, i suoi amplessi? Lo spiegherà nel
primo memoriale. Emblematico è il caso di un suo cliente, che si era
fatto sodomizzare dal proprio cane - Tafuri era dermatologo e il suo
paziente aveva timore di aver contratto una qualche infezione pericolosa
- “Fai quello che più ti piace fare” - gli disse il medico - “tanto il cane
non ti giudica”. Gli avvocati che si susseguirono nei quattro gradi di
giudizio, in un processo lungo e clamoroso, non riuscirono a farlo
passare per pazzo. In difesa di Tafuri: Giuseppe Garofalo, Ciro
Maffuccini, Giuseppe Marrocco, Alfonso Martucci, Enrico Altavilla e
Giovanni Leone (in appello). Per la parte civile: Michele Verzillo,
Guido Cortese, Luigi Bagnulo, Luigi Renato Sansone, Giuliano
Ferrone e Alfredo De Marsico. Condannato a 23 anni ne scontò 14. 


L'AUTORE 



Ferdinando Terlizzi, cronista
giudiziario, è giornalista dal
1970. È direttore responsabile
dell’Agenzia Giornalistica
“Cronache”, inviato speciale
per la nuova “Gazzetta di
Caserta”. Ha collaborato con
quotidiani e riviste: “Il Corriere
del Mezzogiorno”, “Il
Mattino”, “Il Roma”, “Napoli
Notte”, “Paese Sera”, “Il
Diario”, “CentoCittà”, ha fondato
e diretto radio e tv libere:
“New Antenna Sud”, “Canale
57”, “Televolturnia ”. È stato
direttore responsabile della rivista
a tiratura nazionale
“Detective & Crime”, fondata
dal criminologo Carmelo Lavorino.
In tale veste, nel 1994,
è stato inviato speciale presso la
“World Ministerial Conference
On Organized Transnational
Crime”, organizzata dall’Onu.
È stato componente del consiglio
direttivo dell’Associazione
della Stampa di Caserta. Nel
1983, da parte della Presidenza
della Stampa Europea, gli è stato
assegnato il premio internazionale
di giornalismo “Aquila
d’Oro”, per una serie di
reportage dall’estero. Nel 1984
ha ricevuto a Londra, dalle mani
del giornalista Ruggero Orlando
(mitico corrispondente
Rai da New York), il titolo accademico
di “Doctor in Economic
and Commercial
Sciences” in forza della laurea
honoris causa conferitagli dall’Università
americana “Pro
Deo” di New York. Nel 1986 è
stato addetto stampa a Bruxelles
della “Camera di Commercio
Europea”. A novembre
2006, la trasmissione “Matrix”
di canale 5, ha riproposto un
suo servizio tv degli anni Ottanta
su di un duplice omicidio
di camorra.




COMMENTI ALLE DUE PRECEDENTI EDIZIONI


”Il caso Tafuri entrò nella storia dei gialli italiani: molti scrittori dedicarono alla vicenda ricostruzioni dettagliate. In particolare Ferdinando Terlizzi uno dei più noti cronisti giudiziari del nostro Paese nel suo libro “Il delitto di un uomo normale”, con sottotitolo: eticamente deviato da una passione ignominiosa è riuscito a sviscerare tutti gli aspetti psicologici della vicenda che nei primi anni Sessanta colpì l’opinione pubblica.
 “DIPIU’ – servizio di Ines Pino -


…“E’ un libro scritto bene… Sono rimasto affascinato dalla proprietà e preziosità delle epigrafi”…
 Alfonso Malinconico – scrittore – critico letterario,  Presidente emerito della Suprema Corte di Cassazione.


…“La storia, raccontata - com'è nello stile del cronista di razza”... 


“Giustizia Oggi”. Mario Romano.


“Ferdinando Terlizzi, giornalista di cronaca nera, ha raccolto quanto utile per un libro tutto rigorosamente fondato sugli atti processuali”. 


“Il Corriere della Sera”.  “Il Corriere del Mezzogiorno”.  Franco Tontoli.


”E’ la cronaca di un evento drammatico che sconvolse la provincia di Caserta negli anni ‘60. …Un torbido ménage a trois… una storia in grado di ingannare e sconvolgere”. 


“Il Mattino”. Redazionale.


…“Il noto giornalista sammaritano, con alle spalle un glorioso passato da cronista giudiziario, si è dedicato al racconto di un avvincente caso che ha occupato la cronaca locale degli ultimi cinquanta anni”. 


“Il Corriere di Caserta”. Redazionale.


…“Ferdinando Terlizzi, un cronista di nera, senza premi e senza scorta”…


Gazzetta di Caserta”.  Carlo Desgro.
… Ma Ferdinando Terlizzi ha tentato un’operazione più articolata… come dimostrano anche le numerose inchieste sugli omicidi di camorra, due delle quali riproposte nel 2006 anche dalla trasmissione di Canale 5 Matrix”. 


Il Roma”. Mario Rovinello.


…” Qual è il pregio di questo libro? Il pregio di questo libro - a mio avviso - è quello di andare al di là della storia e fornirci anche una introspezione dei personaggi…”Per quanto riguarda l'autore io, ripeto, ne ho innanzitutto apprezzato lo stile secco, asciutto, che in qualche modo agevola notevolmente la lettura”. 


Raffaele Ceniccola, Avvocato Generale della Corte di Cassazione.


…“Dicevo grazie a Ferdinando Terlizzi, perché Terlizzi dev'essere uno stimolo per l'avvocatura sammaritana… che ancora non ha prodotto un testo rievocativo delle sue grandi figure giuridiche”.


Avv. Gennaro Iannotti, penalista.
…“Anzi, l'ho sempre detto, ho detto che Ferdinando  Terlizzi è un po' come Eduardo De Filippo… come lui è stato un osservatore per eccellenza, per tutti i fatti della vita”.


Avv. Prof.  Ciro Centore,   già Docente Università di Macerata.


…”Che dire a Ferdinando Terlizzi  per questa sua prima opera?  Io mi auguro e ti auguro, soprattutto, di completare i tuoi libri, questa trilogia che tu hai in mente di realizzare, questo libro “Donne e Delitti”, e “Carriera di un Kriminale”, con la K, come Kossiga. Quindi, voglio dire, come Kossiga, tu sei stato un grande picconatore”. 


Michele De Simone, giornalista, Presidente Assostampa Casertana.






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