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domenica 16 luglio 2017

    




La funzione della giustizia penale – ha scritto ieri Carlo Nordio a proposito di quel delitto che segnò la Dolce vita – è duplice, non lasciare impunito il delitto e non condannare l’innocente”. Io dico che Bossetti non può andare all’ergastolo come “capro espiatorio” di una indagine avvelenata dai Media. Nel dubbio Bossetti va assolto.  
 FOTO RECLAMISTICA E SCANDALOSA: BOSSETTI ARRESTATO DA POLIZIA E CARABINIERI ( CHE ERANO GIA' D'ACCORDO PER ANDARE SUL CANTIERE DOPO AVER AVVISATO I GIORNALISTI VELINARI) 


Sul Dna il duello finale Bossetti 
 lunedì a sentenza




Fonte: Corriere della Sera, 16 luglio 2017 – articolo di Giuliana Ubbiali

La parte civile: "La perizia, perdita di tempo". La difesa: "Necessaria". Verso la sentenza Massimo Bossetti, detenuto dal 16 giugno 2014, lunedì saprà la decisione della Corte d'Appello. L'ultima parola sarà di Massimo Bossetti, lunedì. Subito dopo la Corte si ritirerà per decidere: sentenza o perizia sul Dna, che in mezzo ad attacchi e contro attacchi, resta l'argomento centrale. Inutile, secondo la parte civile. Necessaria, per la difesa.
L'ultima parola sarà di Massimo Bossetti, lunedì, poco prima che la Corte d'Assise d'Appello si ritiri. Ma difficilmente sarà l'ago della bilancia di un processo che si fonda sulla prova scientifica. Il Dna, appunto. I giudici riemergeranno dalla camera di consiglio con la sentenza, oppure con l'ordinanza che dispone la perizia genetica chiesta dalla difesa. Sono le due principali possibilità che ci si attende. La seconda sembra l'unica via d'uscita dell'imputato dalla conferma dell'ergastolo. È vero che i suoi avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini hanno più volte invocato il dubbio ed è vero che, nel dubbio, si assolve con la vecchia formula dell'insufficienza di prove. Ma, alla luce del dibattito perizia sì perizia no, sarebbe logico aspettarsi che se i giudici dovessero averne, di dubbi sul Dna, vorrebbero vederci chiaro con nuove analisi e periti super partes.
Non è un caso che, tra polemiche e risposte alle critiche spesso vestite di accuse, la questione di maggiore sostanza è stata questa nelle repliche. Perizia no, dicono il procuratore generale Marco Martani e gli avvocati di parte civile, Enrico Pelillo e Andrea Pezzotta: "È inutile, il dato è acquisito". Perizia sì, non transigono gli avvocati di Bossetti: "È necessaria per via delle anomalie". Viene da chiedersi come sia possibile, con la scienza di mezzo, che le versioni siano così opposte. "Non abbiamo nemmeno capito che perizia si vuole - l'intervento di Pezzotta -. È possibile estrarre altro Dna dagli indumenti della bambina? Dal processo abbiamo capito di no. Che piaccia o no, comunque, il dato è acquisito, lo dice anche la Cassazione. Si vuole confrontare Ignoto 1 con Bossetti? L'hanno già confermato gli esami privati della difesa.
Si vuole una perizia sul mitocondriale? È opinione concorde che gli approfondimenti non siano utili, anche della consulente della difesa Sarah Gino che per altro non ho più visto. Sull'operato dei carabinieri?". Allora, i quesiti finali: "Si vuole sottoporre il Ris di nuovo alle forche caudine? Si vuole perdere tempo?". Perché, dice Pezzotta, "la difesa dell'imputato sostiene che le analisi siano viziate da 261 irregolarità, ma sui dati grezzi non aveva nemmeno depositato una consulenza e ora arriva con delle slide fatte di copia e incolla". Parla di "tesi priva di senso", il delitto commesso altrove rispetto al campo di Chignolo, di "videogiochi proiettati in aula" riferendosi alla foto satellitare che secondo i legali dell'imputato lo indicherebbe e di "tentativo di ingannare".
Confrontare il Dna di Bossetti con Ignoto 1 è lo scopo della difesa del carpentiere: "Massimo mette il sangue, noi la faccia". Non sulle tabelle, però, perché il risultato è scontato. Ma prendendolo dalle provette o dai reperti. "Non si può rifare? Non sono problemi vostri - si rivolge Camporini ai giudici - ma di chi avrebbe dovuto conservare il materiale. La Corte deve decidere se il processo ha la necessità di verifiche. Noi comunque in primo grado abbiamo sentito un consulente dire che c'è ancora materiale".
La battaglia principale dunque è sul Dna nucleare, quello che identifica. Ma anche sul mitocondriale, che manca, le posizioni sono opposte. Salvagni ha parlato di "auto senza motore" per dire che "non esiste in natura l'uno senza l'altro". Il pg ha invece usato un'altra immagine, per dire quanto pesi l'uno e non pesi l'altro: "È come avere dei rottami di un'auto che è sì senza motore ma ha il numero di telaio". Di nuovo la scienza, di nuovo due versioni inconciliabili. Secondo gli avvocati di Bossetti, di base i Dna sono simili e basta una minima differenza per scambiare il colpevole: "Non parliamo di complotti, ma di persone e le persone possono sbagliare", si riferiscono al Ris.
Pelillo, che parla di "arringa suggestiva che spesso deborda in falsità", dice il contrario: "Il nostro consulente Portera ci ha spiegato che la parte sovrapponibile dei Dna è del 99,6%, è molto diverso dal 99,999% che dice Salvagni, perché il rimanente 0,4% è uguale a 12 milioni di "mattoncini" differenti". Dna a parte, in aula sono volate sciabolate. Il pg ha ribattuto agli attacchi di Salvagni, soprattutto. "Suggestioni, cose false, ordini di scuderia. Aggressioni verbali, parole lesive per me e per il Ris. Mai successo in 30 anni di carriera. Un polverone per distrarre dai veri argomenti del processo, così è più facile invocare il dubbio salvifico". Nessuno può più dire nulla. Parola alla Corte, ora, che più volte ha ribadito un concetto per voce del presidente Enrico Fischetti: "Siamo in appello, ci si basa sugli atti, non possono entrarne altri, nuovi". Si è discusso se le slide della difesa lo fossero o no. No, dicono gli avvocati, che le hanno depositate ieri in una memoria. Quella è sempre ammessa.
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