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sabato 10 marzo 2012

Il Processo all’avv. Michele Santonastaso




FRANCESCO  BIDOGNETTI CONTESTA LA SUA COMPAGNA E L’ACCUSA DI VENDICARSI CONTRO DI LUI  COINVOLGENDO SANTONASTASO – SENTITA LA  CARRINO ED UN VICE QUESTORE GIA’ COINVOLTO NELLA VICENDA DELLA PERIZIA PER IL DUPLICE OMICIDIO DEL VOMERO – IL CONTROESAME DELLA DIFESA METTE IN  DIFFICOLTA’ I TESTI DELLA LISTA DEL P.M.
SI MATERIALIZZA L’ALEA DEL COMPLOTTO O DELLA VENDETTA CONTRO IL PROFESSIONISTA REO DI AVER CRITICATO STAMPA E PUBBLICI MINISTERI -

       




S. Maria C.V. -  ( di Ferdinando Terlizzi ) –  Se è vero  ( come è vero ) che le prove che debbono condannare ( o assolvere ) un imputato,  sono quelle che si formano in udienza,  è vero che – alla stregua delle testimonianze finora escusse – contro Michele Santonastaso si staglia,  maestosa,  l’ombra del complotto,  ovvero la ripercussione di una fàida camorristica ( tra le diversi fazioni o famiglie del clan dei casalesi ) che coinvolge l’avvocato dei boss per mera vendetta trasversale o per tacitarlo dopo la lettura del “papello” ( in appello di Spartacus ) col quale atto di remissione rivendicava il ruolo “prezzolato” di certa stampa asservita alle veline delle Procure, di certi scrittori “professionisti dell’antimafia” ( come li chiamava Leonardo Sciascia ) edi taluni piemme che utilizzano in modo “non ortodosso” l’uso e l’abuso dei pentiti di mafia.
      E’ stata una udienza esplosiva,  quella di ieri,   svoltasi   innanzi la  prima sezione del Tribunale di S. Maria C.V., ( collegio A – Presidente  Orazio Rossi, a latere Francesca Auriemma e  Paola Cervo, - Pm. della DdA Dr. Antonello Ardituro ), per il processo a carico dell’avvocato Michele Santonataso,  accusato di concorso  in associazione mafiosa e di corruzione in atti giudiziari,  difeso dagli avvocati Avv.ti Giuseppe  Garofalo,   Gaetano Pastore e  Stefano Sorrentino e   LauraArena.
     







Assieme a Santonastaso,  sono imputati anche Francesco Bidognetti, - difeso dagli avvocati Elsa Cardone  e Nicola Filippelli,   in video conferenza dal Carcere di Parma, perché in regime di 41 bis  e Alberto Alfio  Fichera,  perito dell’Università di Catania, difeso dagli avv.ti  Bruno Von Arx e  Giovanni Vanila.

    In apertura è stata sentita in video conferenza da sito riservato la collaboratrice di giustizia Anna Carrino, ex convivente di Cicciotto e mezzanotte ( dal quale ha avuto tre figli ) la quale ha ricostruito la sua carriera criminale ( allo stato è agli arresti domiciliari per scontare una residuale pena per una condanna per associazione camorristica) e poi è passata – sempre su impulso del piemme d’udienza - - a raccontare i suoi rapporti con il suo compagno e la sua famiglia.

     Su  Santonastaso ha detto di conoscerlo molto bene in quanto era difensore storico della famiglia Bidognetti da moltissimi anni. Ma nel corso della sua deposizione la Carrino è caduta in numerosissime contraddizioni: non ricordava bene né  le date né i luoghi della consegna dei 100 mila euro che sarebbero occorsi per corrompere il Prof. Fichera e fare assolvere Aniello Bidognetti dal concorso nel duplice omicidio del Vomero.
    
    Prima ha detto che aveva una somma in uno stivale proveniente delle estorsioni della Emini ( che riceveva tramite Luigi Guida detto “o’ ndring”  e altre somme derivante  dai proventi delle quote societarie della Concordia ( una impresa di pompe funebre da sempre appannaggio dei cicciottiani ) e della società di Calcestruzzo COVIT. Erano una somma ingente di liquido che gòli passava tra le mani ogni mese.  Quando seppe che per corrompere Fichera ( glielo avrebbe detto Santonastaso ) occorrevano 100 mila euro,  lei li consegnò ad uno dei figli di Cicciotto a Michele Bidognetti che a sua volta li avrebbe dovuto consegnare a Santonastaso per darli a Fichera. Ma di questi soldi si sono perse le tracce. Fichera dice di non averli mai avuti e neppure Santonastaso di averli mai consegnati.  
     La Carrino ha poi tirato in ballo Giuseppina Nappo ( moglie di Sandokan );  la Lady Moccia,  dalla quale apprese, nel carcere di Secondigliano, che Cicciotto aveva una amante che era andata addirittura a  trovarlo in carcere e  poi la storia “sentimentale” di Angela Barra con tutti quei retroscena scabrosi ed odiosi sfociati in un rapimento di una ragazza e di uno stupro collettivo con conseguente omicidio. Una storia sconcertante che per certi versi ha fatto accapponare la pelle agli astanti. Una vera e propria “saop” opera della camorra.

    La Carrino ha concluso che fin dall’inizio del suo pentimento – dal giorno che era in cella – ha scritto ogni giorno ai piemme Francesco Curcio e Antonello Ardituro,  per raccontare le gesta criminali del suo ex compagno. Ha poi detto che un ruolo importante che ha coinvolto tutti nel dissidio è stata un noto giornale locale di Caserta che aveva anticipato la notizia delle abitudini sessuali dei componenti del clan.

    E’ stata poi la volta di Francesco Bidognetti che ha chiesto di parlare ed è stato un fiume in piena: “Tradire un uomo come me, che sta scontando il carcere con dignità è veramente una cosa da infame. La signora Anna Carrino è una bugiarda e vuole apparire una santarella laddove non lo è. Lei mente quando dice che i soldi stavano nello stivale perché lei aveva a disposizione una cassaforte che poi ha fatto ritrovare e seustrare. Dopo la separazione si è cambiata, ma non riesco  a capire perché per colpire me continua ad accusare l’avvocato Santonastaso che ci ha difesi sempre con zelo e onestà. Signor Presidente, sono contento che avete nominato un perito per descrivere il senso dei segnali… ma voi volete sapere perché facevo i segnali… perché parlavamo di cose zozze tra di noi e non volevo che sentissero i piccoli che erano presenti: Questa è la verità”.

    E’ stato poi introdotto il Vice Questore Aggiunto Alessandro Beretta  della Questura di Catania, che essendo stato coimputato con Fuchera, poi assolto in istruttoria, ha rivestito il ruolo di testimone assistito. Numerose sono state le sue contraddizioni specie suo sopralluogo nelle carceri per il prelievo dei dati fonici ( da comparare  con quelli registrati dalla cimice che era nella macchina ) forniti poi al Prof. Alfio Fichera, ordinario di agustica all’università di Catania,   che li avrebbe addomesticati a favore di Bidognetti,  concludendo che quella registrata non era la sua voce. Di qui l’assoluzione dal concorso in duplice omicidio.

     Data l’ora tarda,  l’udienza è stata aggiornata al 23 marzo,  giorno in cui saranno di scena altri testi della pubblica accusa. Ma ci sono due enigmi: il 23 è sciopero nazionale degli avvocati penalisti e nello stesso giorno,  l’avv. Santonastaso ha una udienza fissata a Roma,  per il processo che lo vede imputato,  per la nota lettura del “papiello” nell’aula di appello del processo Sparatacus. In questo filone ( l’altro è a Napoli fermo da anni e per il quale Santonastaso ha presentato un esposto dove sono parti lese Roberto Saviano e Rosaria Capacchione ) sono parti lese Raffaele Cantone e Federico Cafiero de Raho.









   





    

   




    
  

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