IL TRIBUNALE DEL RIESAME DI NAPOLI HA REVOCATO IL
PROVVEDINMENTO DEL SEQUESTRO DEI BENI E DELLE SOCIETA’ CHE FANNO RIFERIMENTO
all’AVV. MARIO NATALE –
Avv. Prof. Carlo Taormina : “FUMUS PERSECUTORIO”
IL TECNICO: RICOSTRUITA OGNI TRACCIABILITA' DEI BENI E DEI CAPITALI –
VIVA SODDISFAZIONE NEGLI AMBIENTI SPORTIVI
E
IMPRENDITORIALI
Caserta ( di Ferdinando Terlizzi ) – Il Tribunale
del riesame di Napoli ( sezione Feriale ) composto dal Presidente Elvira russo, e dai giudici Giuseppe
Baldassarre e Filomena Capasso hanno depositato ieri mattina il dispositivo del
provvedimento che restituisce incondizionatamente tutti i beni e le società riconducibili
all’Avv. Mario Natale e alla sua
famiglia ( moglie e figli ). Come si ricorderà, nel corso di una complessa
indagine portata cavanti dalla DdA
denominata “Operazione Normandia Due”, vennero sequestrati tutti i beni
immobili ( appezzamento di terreni, fabbricati, stabilimenti, tenute agricole )
e le società con una accusa di “interposizione fittizia”( cioè prestanome, attività elusive, redditi
alti,) per conto della camorra.
E’
la seconda
volta, ( bis in idem?) che sono finiti
nella disponibilità dell’autorità
giudiziaria esattamente gli stessi beni che gli erano già stati sequestrati (e
poi dissequestrati) sulla scorta delle dichiarazioni di un diverso pentito che
ha ricalcato le dichiarazioni del «collega» della precedente inchiesta. L’imprenditore, ( interessi nel settore del
tabacco, dell’edilizia residenziale )
Mario Natale assistito dagli
avvocati Alessandro Diana e Carlo
Taormina, è stato ancora una volta
pronto a difendersi dalle infamanti accuse mosse nella nuova inchiesta come la
contestazione dell’articolo 7 (aggravante camorristica) e l’interposizione di
beni fittizi. Un capitolo già chiarito tra il 2008 e il 2009 quando i giudici della dodicesima sezione del
Tribunale Distrettuale del Riesame, sulla base delle argomentazioni difensive,
ritennero non attendibili le dichiarazioni «de relato» dei pentiti Luigi Diana
e Michele Froncillo, annullando completamente l’ordinanza di custodia cautelare
che lo vide destinatario nel settembre del 2008.
Poi la richiesta di archiviazione avanzata
dalla stessa Procura antimafia alla fine del 2009 e accolta dal gip Alberto Capuano. L’imprenditore, finito
ora al centro di nuove dichiarazioni accusatorie, ha anche la «colpa» di essere
stato diversi anni fa presidente dell'Albanova Calcio (secondo i giudici il
giocattolo della famiglia Schiavone agli inizi degli anni Novanta) e già patron
del Gladiator sammaritano: un settore che, in alcuni casi, sembra essere anche
di interesse del crimine organizzato… ma il Presidente Natale in queste attività sportive ci ha
rimesso una bella fetta del suo patrimonio.
Addirittura
per questa nuova accusa si parla di cose ridicole, dire “fumus” è veramente
troppo; si tratta invece di farneticazione accusatoria e di aria fritta amplificata. Il
Natale, infatti, nel provvedimento che lo ha interessato viene citato, solo per cognome, nel corso di
una conversazione tra due persone come titolare di alcune quote societarie
legate all’attività del Bingo. La Procura gli ha contestato di essere il
detentore “di fatto” delle quote anche se lui nelle società coinvolte nel blitz
non compare in nessun “camerale”, né come socio né come amministratore.
Nella sua
breve articolata e concisa difesa,
il Prof. Carlo Taormina, collaborato dall’altro difensore, l’Avv. Sandro
Diana, che a sua volta si è avvalso
della consulenza tecnico-amministrativa della Dott.ssa Anna Merola, dello Studio
del Dr. Pasquale Menditto – ci ha
tenuto ad evidenziare agli attenti magistrati del Riesame che benchè sia stato
chiarito, anche in passato, che si tratta di un imprenditore con lo stesso
cognome a gestire quelle attività, l’accusa lo ritiene comunque «di fatto»
coinvolto. Nelle intercettazioni, durate circa tre anni, si parla anche di un
certo Mario (l’inchiesta è appunto una coda di quella avviata sull’ex latitante
Mario Iovine), e Taromina ha
dimostrato che addirittura i nomi citati nelle intercettazioni sono del tutto
sconosciuti all’avv. Mario Natale.
Infatti
– previa anche l’esibizione della perizia – i difensori sono riusciti a
dimostrare, atti alla mano, che Mario Natale non ha mai detenuto ufficialmente
quote del genere.
Poi Taormina si è
domandato ma forse l’Avv. Natale ha la sfortuna di essere nato al posto
sbagliato? Forse l’avvocato Natale è vittima di omonimia? O piuttosto è
prevedibile parlare di “Fumus persecutionis”?;
( in latino significa
letteralmente 'fumo di persecuzione' e indica un intento persecutorio da parte
di qualcuno ai danni di un altro. Viene usato in campo giuridico per indicare
situazioni in cui gli atti di un magistrato sembrano dettati piu' da un intento
persecutorio piuttosto che dalla legge. N.d.R.).
Il
provvedimento odierno – la cui
motivazione verrà depositata a giorni – ha ridato un poco di tranquillità e
tanta fiducia nei confronti della Magistratura giudicante a Mario Natale e alla sua famiglia ( la
moglie è medico Asl, i figli hanno attività proprie e sono stati coinvolti
inconsapevolmente solo per la loro filiazione ) che tuttavia ritiene la sua immagine
fortemente compromessa da questo ennesimo
ingiusto coinvolgimento, che non
pochi danni ha causato alla sfera morale ed a quella economica. Vedersi
bloccare i conti bancari, le carte di
credito e venire improvvisamente e proditoriamente privati, anche del necessario per la sopravvivenza,
provoca traumi irreversibili nella psiche ed
appare un atto di inciviltà,
degno di una repubblica sud americana.
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