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lunedì 19 agosto 2013

RESA GIUSTIZIA ALL'AVV. MARIO NATALE TRAVOLTO DA UNA ACCUSA DI ARIA FRITTA


IL TRIBUNALE DEL RIESAME DI NAPOLI HA REVOCATO  IL 



PROVVEDINMENTO DEL SEQUESTRO DEI BENI E DELLE SOCIETA’ CHE FANNO RIFERIMENTO 

all’AVV. MARIO NATALE –

Avv. Prof. Carlo Taormina : “FUMUS PERSECUTORIO” 

IL TECNICO: RICOSTRUITA OGNI TRACCIABILITA' DEI BENI E DEI CAPITALI – 

VIVA SODDISFAZIONE  NEGLI AMBIENTI SPORTIVI

 E IMPRENDITORIALI 









     Caserta ( di Ferdinando Terlizzi ) – Il Tribunale del riesame di Napoli ( sezione Feriale ) composto dal Presidente  Elvira russo, e dai giudici Giuseppe Baldassarre e Filomena Capasso hanno depositato ieri mattina il dispositivo del provvedimento che restituisce incondizionatamente  tutti i beni e le società riconducibili all’Avv. Mario Natale e alla sua famiglia ( moglie e figli ). Come si ricorderà, nel corso di una complessa indagine portata cavanti dalla DdA  denominata “Operazione Normandia Due”, vennero sequestrati tutti i beni immobili ( appezzamento di terreni, fabbricati, stabilimenti, tenute agricole ) e le società con una accusa di “interposizione  fittizia”( cioè  prestanome, attività elusive, redditi alti,)  per conto della camorra.
     E’  la seconda volta,  ( bis in idem?) che sono finiti nella  disponibilità dell’autorità giudiziaria esattamente gli stessi beni che gli erano già stati sequestrati (e poi dissequestrati) sulla scorta delle dichiarazioni di un diverso pentito che ha ricalcato le dichiarazioni del «collega» della precedente inchiesta.  L’imprenditore, ( interessi nel settore del tabacco, dell’edilizia residenziale )  Mario Natale  assistito dagli avvocati Alessandro Diana e  Carlo Taormina, è stato ancora  una volta pronto a difendersi dalle infamanti accuse mosse nella nuova inchiesta come la contestazione dell’articolo 7 (aggravante camorristica) e l’interposizione di beni fittizi. Un capitolo già chiarito tra il 2008 e il 2009 quando i  giudici della dodicesima sezione del Tribunale Distrettuale del Riesame, sulla base delle argomentazioni difensive, ritennero non attendibili le dichiarazioni «de relato» dei pentiti Luigi Diana e Michele Froncillo, annullando completamente l’ordinanza di custodia cautelare che lo vide destinatario nel settembre del 2008.

     Poi la richiesta di archiviazione avanzata dalla stessa Procura antimafia alla fine del 2009 e accolta dal gip Alberto Capuano. L’imprenditore, finito ora al centro di nuove dichiarazioni accusatorie, ha anche la «colpa» di essere stato diversi anni fa presidente dell'Albanova Calcio (secondo i giudici il giocattolo della famiglia Schiavone agli inizi degli anni Novanta) e già patron del Gladiator sammaritano: un settore che, in alcuni casi, sembra essere anche di interesse del crimine organizzato… ma il Presidente  Natale in queste attività sportive ci ha rimesso una bella fetta del suo patrimonio.
Addirittura per questa nuova accusa si parla di cose ridicole, dire “fumus” è veramente troppo;  si tratta  invece di farneticazione  accusatoria e di aria fritta amplificata. Il Natale, infatti, nel provvedimento che lo ha interessato  viene citato, solo per cognome, nel corso di una conversazione tra due persone come titolare di alcune quote societarie legate all’attività del Bingo. La Procura gli ha contestato di essere il detentore “di fatto” delle quote anche se lui nelle società coinvolte nel blitz non compare in nessun “camerale”, né come socio né come amministratore.
     Nella sua  breve  articolata e concisa difesa,  il Prof. Carlo Taormina,   collaborato dall’altro difensore,  l’Avv. Sandro Diana,  che a sua volta si è avvalso della consulenza tecnico-amministrativa della Dott.ssa Anna Merola,  dello Studio del Dr. Pasquale Menditto – ci ha tenuto ad evidenziare agli attenti magistrati del Riesame che benchè sia stato chiarito,  anche in passato,  che si tratta di un imprenditore con lo stesso cognome a gestire quelle attività, l’accusa lo ritiene comunque «di fatto» coinvolto. Nelle intercettazioni, durate circa tre anni, si parla anche di un certo Mario (l’inchiesta è appunto una coda di quella avviata sull’ex latitante Mario Iovine), e Taromina ha dimostrato che addirittura i nomi citati nelle intercettazioni sono del tutto sconosciuti all’avv. Mario Natale.
Infatti – previa anche l’esibizione della perizia – i difensori sono riusciti a dimostrare, atti alla mano, che Mario Natale non ha mai detenuto ufficialmente quote del genere. 

 Poi Taormina si è domandato ma forse l’Avv. Natale ha la sfortuna di essere nato al posto sbagliato? Forse l’avvocato Natale è vittima di omonimia? O piuttosto è prevedibile parlare di “Fumus persecutionis”?;  (  in latino significa letteralmente 'fumo di persecuzione' e indica un intento persecutorio da parte di qualcuno ai danni di un altro. Viene usato in campo giuridico per indicare situazioni in cui gli atti di un magistrato sembrano dettati piu' da un intento persecutorio piuttosto che dalla legge. N.d.R.).
Il provvedimento  odierno – la cui motivazione verrà depositata a giorni – ha ridato un poco di tranquillità e tanta fiducia nei confronti della Magistratura giudicante  a Mario Natale e alla sua famiglia ( la moglie è medico Asl, i figli hanno attività proprie e sono stati coinvolti inconsapevolmente solo per la loro filiazione  ) che tuttavia ritiene la sua immagine fortemente compromessa da questo ennesimo  ingiusto coinvolgimento,  che non pochi danni ha causato alla sfera morale ed a quella economica. Vedersi bloccare i conti bancari, le carte  di credito e venire improvvisamente e proditoriamente privati,  anche del necessario per la sopravvivenza, provoca traumi irreversibili nella psiche ed  appare un atto di inciviltà,  degno di una repubblica sud americana.



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